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Comunanza

         


Comunanza in Italia nella regione Marche

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Comunanza

Comunanza è un comune di 3100 abitanti.

A Comunanza una quantità di sepolture disseminate in tutto il territorio (cippi funerari, oggetti ornamentali in bronzo, iscrizioni) testimonia la presenza umana dal neolitico al periodo della civiltà picena. L'insediamento più cospicuo è sorto dopo la conquista del Piceno da parte di Roma (268 a.C.). Secondo i più recenti ritrovamenti, esso copriva un territorio molto vasto. Resti di ville rustiche, domus, sepolture alla cappuccina, cisterne, terme, fanno ritenere che la prima Comunanza sia stata un centro di approvigionamento molto attivo. Comunanthia Ascolanorum, secondo Mons. Marcucci, nasce in un' ansa del fiume Aso, tra i resti del primo insediamento romano. È il VII sec. d.C. Segni e simboli sulle pietre sembrano testimoniare una presenza templare intorno al 1200 sia nel centro storico che in località Cossinino II. Castrum Comunathie fu periodicamente assediato da bande di briganti fino al XVII sec., quando tornò finalmente alla vita normale. Si costruirono nuove chiese, un teatro. Rinomata fu la lavorazione del panno e la tintura; nacquero nuove botteghe artigiane, fra le quali due laboratori di archibugieri. Nella nuova temperie economica-culturale, si svilupparono le arti, rappresentate in Italia ed in Europa, tra seicento e settecento, da Sebastiano Ghezzi e, soprattutto, dal figlio Giuseppe e dal nipote Pierleone.

Il territorio di Comunanza ha una superficie di 54 kmq. ed é stato modellato nel corso dei millenni dall'azione delle acque meteoriche riunite in numerosi ruscelli e fossi, tutti confluenti nel fiume Aso che scorre in un letto scavato nella roccia. L'altitudine s.l.m. va dai 448 m. del capoluogo ai 580 m. di qualche colle montano.
Nel percorrerne i sentieri, il visitatore incontra e conosce more e fragoline di bosco, castagne e funghi porcini, cisti rosa e profumati tartufi, merli e caprioli, tassi e scoiattoli, silvie e picchi multicolori.
Lungo il corso del fiume l'uomo ha costruito dei bacini artificiali, il più grande dei quali, in località Gerosa, é ora meta d'escursionisti, pescatori e appassionati di vela e canoa.

Venne potenziato il mulino a due macine per il cui funzionamento si creò uno sbarramento sul fiume e si scavò sulla roccia una lunga galleria di condotta, ancora esistente sotto la chiesa di San Francesco, presso cui era anche il Ricovero del Viandante, costruito, come la chiesa, sui resti di edifici templari.
La porta su cui trovavasi il ponte levatoio, dava su una piazza sulla quale venne innalzata la chiesa di Santa Caterina, a questa venne inglobata la torre, nel 1823.All' inizio del XVIII secolo il paese tornò a una vita relativamente tranquilla; si costruiscono nuove chiese e il teatro del popolo.
Passata la Rivoluzione Francese e finita la Prima Repubblica Romana, Comunanza fu per breve periodo governo con " Motu proprio" di Papa Pio VII; nel 1860 entrò nel Regno d'Italia.
A questa terra hanno dato lustro tanti suoi figli: i famosi letterati Sinibaldo Antonini e suo nipote Aldo Manuzio, i famosi pittori Antonio Mercurio Amorosi, Sebastiano e Giuseppe Ghezzi, e il grande caricaturista settecentesco Pierleone Ghezzi.

DA VISITARE
a) La chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.
E' la chiesa matrice, ricostruita nel XVIII secolo, in stile neoclassico, ha il campanile, già torre del castrum, che presenta pietre con simboli divinatori arcaici di ordini religiosi e di corporazioni.
L'interno, a navata unica, presenta decorazioni, statue e stucchi dell'artista ascolano Domenico Paci e suggestive Via Crucis di scuola Carracciesca del XVIII secolo. Di grande interesse sono le opere raffiguranti "S. Giovanni Battista e Santa Giuliana", la "Madonna di Loreto", di Giuseppe e Pierleone Ghezzi e di Antonio Mercurio Amorosi, artisti di grande fama operanti a Roma tra il XVII e XVIII secolo. Degno di nota é il monumentale organo a due tastiere con più di duemila voci, proveniente della Basilica di Loreto.
b) Museo di Arte Sacra.
Istituito nel dicembre 1999 e dislocato nell'oratorio di S. Caterina, raccoglie dipinti, oreficerie e opere lignee delle nostre chiese; tra le altre opere sono esposte il "San Liborio" di Giuseppe Ghezzi, un S. Crocefisso duecentesco e il reliquario di Sant'Ercolano.
c) Chiesa di San Francesco.
Fu edificata sopra i resti di un edificio fortificato templare; più volte restaurata, presenta nelle mura verso il fiume feritoie per archibugi e bombardiera. L'interno a navata unica longitudinale presenta una cantoria e, ai lati, interessanti altari settecenteschi lignei e in stucco. Dietro l'altare maggiore, forse opera del grande artista Sebastiano Ghezzi, vi é un affresco rappresentante San Francesco che riceve le stimmati.
d) Chiese extraurbane:
S. Martino di Palombara, S. Sebastiano di Piane di Nasuto, S. Maria in Spigno di Nasuto, S. Salvatore a Lago con interessanti affreschi del XIV e del XV sec. Inoltre le Chiese di: S. Emidio di Ficocchia, S. Ilario di Cossinino, S. Agata di Valentina, SS. Pietro e Paolo di Gabbiano, S. Nicola di Polica, S. Giovanni di Lisciano, S. Maria di Polverina, S. Lorenzo di Settecarpini.
e) Chiesa di S. Anna.
E' in stile tardo-Romanico, con portici nel prospetto e nel lato ovest, a campanile a vela; l'interno a navata unica con copertura a capriate e altare in stucco settecentesco. Fu fatta costruire dal letterato Antonio Caferri nel XVII sec. per farne un convento dei Frati Minori Conventuali, ma non fu mai usata per tale scopo.
f) Chiesa di S. Maria a Terme.
Realizzata in arenaria nel IX sec. sopra i resti di un tempio pagano, al centro dello scomparso insediamento romano di "Interamnia Poletina Piceni", é in stile protoromanico, a pianta rettangolare. Presenta due bifore e doccioni nelle pareti laterali, archetti ciechi lungo tutto il perimetro e, nella facciata, forse con funzioni apotropaiche, interessanti elementi simbolici zoomorfi e fitomorfi. L'interno, parzialmente ricostruito, é a navata unica e presenta una decorazione fitomorfa lungo l'abside e, come elementi decorativi, dei capitelli resti di una cripta.

Realizzazione: Ernesto Paleani Editore

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