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             | 
          
            
              
              
                
                  
                  
                    
                    
                      
                        
                          
                            | 
                                                             
                                                            Il 
                                                            Sassoferrato. Un 
                                                            preraffaelita tra i 
                                                            puristi del Seicento         
                                                             
                             | 
                            
                             | 
                           
                          
                            
                                                           
                                                            
                                                              
                                                                 | 
                                                                
                                                                  
                                                                     
                                                                    
                                                                      
                                                                        Dal 
                                                                        16 
                                                                        maggio 
                                                                        al 25 
                                                                        ottobre 
                                                                        2009
                                                                       
                                                                       
                                                                      
                                                                        
                                                                          
                                                                            Cesena 
                                                                              () 
                                                                              GALLERIA 
                                                                              COMUNALE 
                                                                              D'ARTE 
                                                                              - 
                                                                              PALAZZO 
                                                                              DEL 
                                                                              RIDOTTO 
                                                                              Piazza 
                                                                              Almerici 
                                                                              (47023) 
                                                                              +39 
                                                                              0547355727 
                                                                              , 
                                                                              +39 
                                                                              0547355711 
                                                                              ufficiocultura@sanbiagiocesena.it 
                                                                               | 
                                                                           
                                                                        
                                                                       
                                                                      
                                                                      La 
                                                                      mostra 
                                                                      celebra 
                                                                      quello che 
                                                                      è uno dei 
                                                                      più 
                                                                      singolari 
                                                                      e 
                                                                      misteriosi 
                                                                      artisti 
                                                                      del 600, 
                                                                      famoso per 
                                                                      le sue 
                                                                      affascinanti 
                                                                      Madonne, 
                                                                      copiate in 
                                                                      seguito 
                                                                      dall'iconografia 
                                                                      popolare e 
                                                                      che 
                                                                      ispirano 
                                                                      ancora 
                                                                      oggi le 
                                                                      immagini 
                                                                      di tanti 
                                                                      santini, 
                                                                      la cui 
                                                                      ricerca di 
                                                                      purezza 
                                                                      formale 
                                                                      venne poi 
                                                                      ripresa 
                                                                      dai 
                                                                      preraffaeliti. 
                                                                       
                                                                      orario: 
                                                                      da martedì 
                                                                      a domenica 
                                                                      9,30 
                                                                      -12,30 / 
                                                                      17 -20 
                                                                      (chiusa il 
                                                                      lunedì) 
                                                                      biglietti: 
                                                                      ingresso 
                                                                      libero 
                                                                      vernissage: 
                                                                      16 maggio 
                                                                      2009. ore 
                                                                      18 
                                                                      ufficio 
                                                                      stampa: 
                                                                      PRIMAPAGINA 
                                                                      curatori: 
                                                                      Massimo 
                                                                      Pulini 
                                                                      autori: 
                                                                      Annibale 
                                                                      Carracci, 
                                                                      Michele 
                                                                      Desubleo 
                                                                      detto 
                                                                      Michele 
                                                                      fiammingo, 
                                                                      Giovanni 
                                                                      Francesco 
                                                                      Barbieri 
                                                                      detto il 
                                                                      Guercino, 
                                                                      Giovan 
                                                                      Battista 
                                                                      Salvi 
                                                                      detto 
                                                                      Sassoferrato 
                                                                      patrocini: 
                                                                      Comune di 
                                                                      Cesena - 
                                                                      Assessorato 
                                                                      alla 
                                                                      Cultura 
                                                                      genere: 
                                                                      arte 
                                                                      antica, 
                                                                      personale, 
                                                                      collettiva 
                                                                      comunicato 
                                                                      stampa: 
                                                                      Le 
                                                                      pensierose 
                                                                      Madonne 
                                                                      del 
                                                                      Sassoferrato: 
                                                                      un 
                                                                      ineffabile 
                                                                      enigma del 
                                                                      Seicento 
                                                                      Nel quarto 
                                                                      centenario 
                                                                      della 
                                                                      nascita, 
                                                                      Cesena 
                                                                      celebra 
                                                                      Giovan 
                                                                      Battista 
                                                                      Salvi e il 
                                                                      suo 
                                                                      cristallino 
                                                                      talento 
                                                                      formale 
                                                                      che 
                                                                      anticipa i 
                                                                      preraffaelliti 
                                                                      dell'Ottocento 
                                                                      con una 
                                                                      mostra che 
                                                                      apre il 16 
                                                                      maggio e 
                                                                      si protrae 
                                                                      fino a 
                                                                      ottobre 
                                                                      Curata da 
                                                                      Massimo 
                                                                      Pulini la 
                                                                      mostra 
                                                                      propone 
                                                                      una 
                                                                      selezione 
                                                                      di 
                                                                      capolavori 
                                                                      dell'artista 
                                                                      marchigiano 
                                                                      accanto a 
                                                                      tele di 
                                                                      Annibale 
                                                                      Carracci, 
                                                                      Guido 
                                                                      Reni, 
                                                                      Guercino, 
                                                                      Domenichino, 
                                                                      Francesco 
                                                                      Albani, 
                                                                      Carlo 
                                                                      Dolci e 
                                                                      Simone 
                                                                      Cantarini 
                                                                      A uno dei 
                                                                      più 
                                                                      singolari 
                                                                      e 
                                                                      ineffabili 
                                                                      artisti 
                                                                      del 
                                                                      Seicento, 
                                                                      Giovan 
                                                                      Battista 
                                                                      Salvi 
                                                                      (1609-1685), 
                                                                      è 
                                                                      dedicata 
                                                                      la mostra 
                                                                      Il 
                                                                      Sassoferrato. 
                                                                      Un 
                                                                      preraffaellita 
                                                                      tra i 
                                                                      puristi 
                                                                      del 
                                                                      Seicento 
                                                                      che si 
                                                                      apre a 
                                                                      Cesena il 
                                                                      16 maggio 
                                                                      fino al 25 
                                                                      ottobre. 
                                                                      Si vuole 
                                                                      così 
                                                                      celebrare 
                                                                      nel quarto 
                                                                      centenario 
                                                                      della 
                                                                      nascita il 
                                                                      cristallino 
                                                                      talento 
                                                                      formale ed 
                                                                      espressivo 
                                                                      di un 
                                                                      artista in 
                                                                      controtendenza, 
                                                                      un 
                                                                      solitario, 
                                                                      e al 
                                                                      contempo 
                                                                      proporre 
                                                                      una nuova 
                                                                      lettura 
                                                                      storico 
                                                                      critica 
                                                                      che ne 
                                                                      restituisca 
                                                                      i valori 
                                                                      concettuali 
                                                                      e, anche 
                                                                      se può 
                                                                      apparire 
                                                                      strano, la 
                                                                      lucida 
                                                                      modernità 
                                                                      del suo 
                                                                      programma 
                                                                      artistico. 
                                                                      Quello 
                                                                      sguardo 
                                                                      sospeso e 
                                                                      incantato, 
                                                                      quell'urgenza 
                                                                      di purezza 
                                                                      che due 
                                                                      secoli 
                                                                      dopo 
                                                                      cercheranno 
                                                                      anche i 
                                                                      preraffaelliti, 
                                                                      i nazareni 
                                                                      e numerosi 
                                                                      altri 
                                                                      artisti 
                                                                      dell'Ottocento. 
                                                                      Non a caso 
                                                                      il 
                                                                      sottotitolo 
                                                                      della 
                                                                      mostra 
                                                                      recita Un 
                                                                      preraffaellita 
                                                                      tra i 
                                                                      puristi 
                                                                      del 
                                                                      Seicento. 
                                                                      Cesena 
                                                                      celebra il 
                                                                      Sassoferrato 
                                                                      partendo 
                                                                      dal nucleo 
                                                                      dei cinque 
                                                                      capolavori 
                                                                      conservati 
                                                                      nella 
                                                                      Pinacoteca 
                                                                      Comunale 
                                                                      (un Angelo 
                                                                      annunziante, 
                                                                      tre 
                                                                      Madonne ed 
                                                                      una 
                                                                      Madonna 
                                                                      col 
                                                                      Bambino). 
                                                                      A partire 
                                                                      da questo 
                                                                      prezioso 
                                                                      patrimonio 
                                                                      d'arte, di 
                                                                      storia e 
                                                                      di fede, 
                                                                      da queste 
                                                                      famosissime 
                                                                      Madonne 
                                                                      che 
                                                                      trovano 
                                                                      repliche e 
                                                                      varianti, 
                                                                      copie 
                                                                      dipinte, 
                                                                      santini e 
                                                                      riproduzioni 
                                                                      oleografiche 
                                                                      diffuse 
                                                                      per tutto 
                                                                      il 
                                                                      pianeta, 
                                                                      la mostra, 
                                                                      curata da 
                                                                      Massimo 
                                                                      Pulini, 
                                                                      proporrà 
                                                                      un'ampia e 
                                                                      affascinante 
                                                                      rassegna, 
                                                                      raccogliendo 
                                                                      opere 
                                                                      autografe 
                                                                      dell'artista 
                                                                      marchigiano 
                                                                      provenienti 
                                                                      dalle 
                                                                      Gallerie 
                                                                      Nazionali 
                                                                      di Roma, 
                                                                      Firenze e 
                                                                      Urbino, 
                                                                      oltre che 
                                                                      da 
                                                                      prestigiose 
                                                                      collezioni 
                                                                      private 
                                                                      (una delle 
                                                                      tele più 
                                                                      attese sarà 
                                                                      l'unico 
                                                                      Autoritratto 
                                                                      conosciuto 
                                                                      del 
                                                                      Sassoferrato, 
                                                                      conservato 
                                                                      agli 
                                                                      Uffizi). 
                                                                      Accanto a 
                                                                      venticinque 
                                                                      opere di 
                                                                      Giovan 
                                                                      Battista 
                                                                      Salvi la 
                                                                      mostra 
                                                                      propone 
                                                                      una 
                                                                      selezione 
                                                                      di tele 
                                                                      eseguite 
                                                                      da altri 
                                                                      importanti 
                                                                      pittori 
                                                                      classicisti 
                                                                      allo scopo 
                                                                      di 
                                                                      tracciare 
                                                                      una ideale 
                                                                      linea 
                                                                      purista 
                                                                      intorno 
                                                                      all'arte 
                                                                      italiana 
                                                                      del 
                                                                      Seicento. 
                                                                      Alcune di 
                                                                      queste 
                                                                      sono 
                                                                      importanti 
                                                                      opere 
                                                                      inedite, 
                                                                      come una 
                                                                      Madonna 
                                                                      col 
                                                                      Bambino 
                                                                      dipinta su 
                                                                      carta da 
                                                                      Annibale 
                                                                      Carracci, 
                                                                      una 
                                                                      Sibilla di 
                                                                      Guercino, 
                                                                      un Cristo 
                                                                      benedicente 
                                                                      di Dolci, 
                                                                      un San 
                                                                      Giovanni 
                                                                      Battista 
                                                                      di 
                                                                      Cantarini 
                                                                      o una 
                                                                      Vanitas di 
                                                                      Michele 
                                                                      Desubleo. 
                                                                      Esiste un 
                                                                      profondo 
                                                                      legame di 
                                                                      ammirazione 
                                                                      ed eredità 
                                                                      tra Giovan 
                                                                      Battista 
                                                                      Salvi e il 
                                                                      suo grande 
                                                                      conterraneo 
                                                                      Raffaello. 
                                                                      L'occasione 
                                                                      di avere 
                                                                      contemporaneamente 
                                                                      allestite 
                                                                      la mostra 
                                                                      cesenate 
                                                                      del 
                                                                      Sassoferrato 
                                                                      e quella 
                                                                      che Urbino 
                                                                      dedica al 
                                                                      Sanzio ha 
                                                                      ispirato 
                                                                      un 
                                                                      collegamento 
                                                                      ideale: 
                                                                      un'opera 
                                                                      del Salvi 
                                                                      posseduta 
                                                                      dal 
                                                                      Palazzo 
                                                                      Ducale di 
                                                                      Urbino sarà 
                                                                      ospite a 
                                                                      Cesena 
                                                                      mentre 
                                                                      prenderà 
                                                                      il suo 
                                                                      posto una 
                                                                      Madonna 
                                                                      cesenate 
                                                                      del 
                                                                      Sassoferrato. 
                                                                      La mostra 
                                                                      di Cesena, 
                                                                      l'unica 
                                                                      che si 
                                                                      terrà in 
                                                                      Italia in 
                                                                      occasione 
                                                                      del 
                                                                      centenario, 
                                                                      e il suo 
                                                                      catalogo 
                                                                      (edito da 
                                                                      Edizioni 
                                                                      Medusa, 
                                                                      Milano), 
                                                                      che 
                                                                      contiene 
                                                                      oltre ai 
                                                                      saggi e 
                                                                      alle 
                                                                      schede 
                                                                      redatte da 
                                                                      Massimo 
                                                                      Pulini, 
                                                                      anche 
                                                                      preziosi 
                                                                      contributi 
                                                                      di 
                                                                      Alessandro 
                                                                      Marchi e 
                                                                      di 
                                                                      Alessandro 
                                                                      Giovanardi, 
                                                                      tentano di 
                                                                      recuperare 
                                                                      le ragioni 
                                                                      più 
                                                                      intime, le 
                                                                      implicazioni 
                                                                      semantiche 
                                                                      e formali 
                                                                      che ogni 
                                                                      opera 
                                                                      racchiude, 
                                                                      per 
                                                                      consentire 
                                                                      in una 
                                                                      sorta di 
                                                                      omaggio a 
                                                                      quattrocento 
                                                                      anni dalla 
                                                                      nascita, 
                                                                      la 
                                                                      riscoperta 
                                                                      dell'autore 
                                                                      di 
                                                                      perfette e 
                                                                      dolci 
                                                                      Madonne. 
                                                                      La mostra 
                                                                      che si 
                                                                      propone 
                                                                      con uno 
                                                                      standard 
                                                                      di qualità 
                                                                      elevato 
                                                                      come è 
                                                                      tipico 
                                                                      delle 
                                                                      mostre 
                                                                      d'arte 
                                                                      antica, 
                                                                      viene 
                                                                      realizzata 
                                                                      in questo 
                                                                      periodo di 
                                                                      crisi 
                                                                      economica 
                                                                      generale 
                                                                      con un 
                                                                      budget 
                                                                      particolarmente 
                                                                      contenuto, 
                                                                      divenendo 
                                                                      così 
                                                                      un'operazione 
                                                                      culturale 
                                                                      virtuosa e 
                                                                      originale 
                                                                      in un 
                                                                      contesto 
                                                                      che ci ha 
                                                                      abituato 
                                                                      negli anni 
                                                                      più 
                                                                      recenti ai 
                                                                      grandi 
                                                                      eventi 
                                                                      sostenuti 
                                                                      da grandi 
                                                                      risorse. 
                                                                      Il 
                                                                      Sassoferrato. 
                                                                      Un 
                                                                      preraffaellita 
                                                                      tra i 
                                                                      puristi 
                                                                      del 
                                                                      Seicento 
                                                                      Dove: 
                                                                      Galleria 
                                                                      Comunale 
                                                                      d'Arte di 
                                                                      Cesena 
                                                                      Quando: 
                                                                      dal 16 
                                                                      maggio al 
                                                                      25 ottobre 
                                                                      Ingresso 
                                                                      gratuito 
                                                                      Orario di 
                                                                      apertura: 
                                                                      da martedì 
                                                                      a domenica 
                                                                      9,30 
                                                                      -12,30 / 
                                                                      17 -20 
                                                                      (chiusa il 
                                                                      lunedì) 
                                                                      Info; 0547 
                                                                      355727 
                                                                      www.cesenacultura.it 
                                                                      Catalogo: 
                                                                      Il 
                                                                      Sassoferrato. 
                                                                      Un 
                                                                      preraffaellita 
                                                                      tra i 
                                                                      puristi 
                                                                      del 
                                                                      Seicento, 
                                                                      pp. 160 
                                                                      ill., euro 
                                                                      25, 
                                                                      Edizioni 
                                                                      Medusa, 
                                                                      Milano. 
                                                                      Giovan 
                                                                      Battista 
                                                                      Salvi, il 
                                                                      Sassoferrato 
                                                                      Nato in 
                                                                      un'arroccata 
                                                                      cittadina 
                                                                      marchigiana 
                                                                      che gli 
                                                                      diede il 
                                                                      soprannome, 
                                                                      Giovan 
                                                                      Battista 
                                                                      Salvi 
                                                                      (1609-1685) 
                                                                      si formò 
                                                                      a Roma 
                                                                      anche se 
                                                                      fu nel 
                                                                      segno del 
                                                                      gusto 
                                                                      classicista 
                                                                      di alcuni 
                                                                      pittori 
                                                                      bolognesi: 
                                                                      Annibale 
                                                                      Carracci, 
                                                                      Domenichino, 
                                                                      Reni. Ma 
                                                                      in quel 
                                                                      turbinoso 
                                                                      crocevia 
                                                                      di idee 
                                                                      che fu la 
                                                                      capitale 
                                                                      della 
                                                                      cristianità 
                                                                      in quel 
                                                                      periodo, 
                                                                      il 
                                                                      percorso 
                                                                      stilistico 
                                                                      del nostro 
                                                                      pittore 
                                                                      s'inoltrò 
                                                                      in un 
                                                                      sentiero 
                                                                      silenzioso 
                                                                      e 
                                                                      solitario, 
                                                                      in 
                                                                      controtendenza 
                                                                      rispetto 
                                                                      al 
                                                                      frenetico 
                                                                      volgersi 
                                                                      dei gusti. 
                                                                      Il 
                                                                      Sassoferrato 
                                                                      può dirsi 
                                                                      un pittore 
                                                                      della 
                                                                      nostalgia 
                                                                      e della 
                                                                      ripetizione, 
                                                                      ma fu 
                                                                      anche un 
                                                                      sofisticato 
                                                                      compositore 
                                                                      di 
                                                                      immagini 
                                                                      inedite e 
                                                                      perfette 
                                                                      così pure 
                                                                      di superbi 
                                                                      ritratti, 
                                                                      tra i più 
                                                                      belli del 
                                                                      secolo. 
                                                                      Non si 
                                                                      limitò a 
                                                                      interpretare 
                                                                      alcuni 
                                                                      modelli di 
                                                                      remota 
                                                                      classicità, 
                                                                      desunti da 
                                                                      Raffaello 
                                                                      o da 
                                                                      Perugino, 
                                                                      ma spinse 
                                                                      a una 
                                                                      rielaborazione 
                                                                      formale, a 
                                                                      una 
                                                                      efficace 
                                                                      potatura, 
                                                                      pure i 
                                                                      fiori più 
                                                                      belli di 
                                                                      artisti a 
                                                                      lui 
                                                                      contemporanei, 
                                                                      come Reni 
                                                                      o Guercino. 
                                                                      Anche la 
                                                                      scelta di 
                                                                      replicare 
                                                                      più volte 
                                                                      le proprie 
                                                                      e le 
                                                                      altrui 
                                                                      invenzioni 
                                                                      non trova 
                                                                      spiegazioni 
                                                                      entro le 
                                                                      categorie 
                                                                      dell'artigianato 
                                                                      e del 
                                                                      commercio, 
                                                                      nelle 
                                                                      quali per 
                                                                      tanto 
                                                                      tempo è 
                                                                      stato 
                                                                      relegato. 
                                                                      Le sue 
                                                                      tele sono, 
                                                                      al pari di 
                                                                      novelle 
                                                                      icone, 
                                                                      vere e 
                                                                      proprie 
                                                                      preghiere 
                                                                      dipinte, 
                                                                      ma anche 
                                                                      difficili 
                                                                      scalate 
                                                                      alle vette 
                                                                      della 
                                                                      bellezza e 
                                                                      della 
                                                                      grazia. E 
                                                                      resta un 
                                                                      vero 
                                                                      mistero il 
                                                                      fatto che 
                                                                      un artista 
                                                                      di superba 
                                                                      qualità 
                                                                      possa aver 
                                                                      scelto, 
                                                                      nel secolo 
                                                                      votato 
                                                                      all'emancipazione 
                                                                      pittorica, 
                                                                      di ridurre 
                                                                      entro un 
                                                                      hortus 
                                                                      conclusus 
                                                                      il proprio 
                                                                      raggio di 
                                                                      azione 
                                                                      espressiva, 
                                                                      restando 
                                                                      di fatto 
                                                                      immutabile 
                                                                      nell'arco 
                                                                      di 
                                                                      sessanta 
                                                                      anni di 
                                                                      attività. 
                                                                      Ma quella 
                                                                      del 
                                                                      Sassoferrato 
                                                                      è una 
                                                                      stasi che 
                                                                      scava 
                                                                      nelle più 
                                                                      remote 
                                                                      profondità 
                                                                      del 
                                                                      concetto e 
                                                                      si eleva 
                                                                      nelle 
                                                                      altezze 
                                                                      del 
                                                                      virtuosismo 
                                                                      tecnico, 
                                                                      voltando 
                                                                      le spalle 
                                                                      ai comuni 
                                                                      parametri 
                                                                      artistici. 
                                                                      È un 
                                                                      enigma 
                                                                      che, pur 
                                                                      non 
                                                                      trasparendo 
                                                                      dalla 
                                                                      chiarezza 
                                                                      assoluta 
                                                                      delle sue 
                                                                      opere, si 
                                                                      avverte 
                                                                      chiuso 
                                                                      entro la 
                                                                      semplicità 
                                                                      e la 
                                                                      limatura 
                                                                      delle 
                                                                      forme, 
                                                                      entro 
                                                                      l'equilibrismo 
                                                                      irraggiungibile 
                                                                      del suo 
                                                                      sguardo.
                                                                     
                                                                   
                                                                 | 
                                                               
                                                            
                                                            
                             | 
                            
                            
                             | 
                           
                         
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