18 AGOSTO 2006

         


Notizie di Ernesto Paleani sul progetto "Le vie d'Italia" con descrizione di viaggi e percorsi, interviste enogastronomiche e...

 
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STRADE ROMANE: cartografia e misurazione

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18.08.06 Le unità di misura per determinare la distanza di un percorso sin dall'antichità hanno sempre fatto riferimento al corpo umano. La prima esigenza nasce dalla diffusione dei commerci che imposero la necessità di creare tabelle da parte delle autorità per evitare le frodi.

I ritrovamenti di prove sono dovuti alle scoperte archeologiche presso Salamina, in Grecia, e nelle rovine romane di Leptis Magna (Libia).

In Grecia è stato ritrovato un rilievo che mette in comparazione il piede dorico (29,65 cm.) e il cubito egizio (44,47 cm.= distanza tra il gomito e la punta del dito medio).

Salamina, Colonne dell'Akropoli

In Libia in una pietra di confronto tra unità di misura romane e africane troviamo il piede romano (30,8 cm.), il cubito punico (44,45 cm.) e il cubito regale egizio (52,3 cm.).

CUBITO REALE PIEGHEVOLE IN LEGNO - cm 53 -
Dal corredo funerario dell'Architetto Kha – XVIII dinastia - S8390 – S8391.
Rinvenuto da Schiaparelli nella tomba dell'architetto Kha, l' esemplare di cubito è di materiale ligneo e presenta la caratteristica di essere diviso in due parti tra loro articolate, in modo da poter essere ripiegato in una borsa di cuoio, da legare alla cintura. Era un attrezzo da lavoro di uso quotidiano, rappresenta la misura del cubito reale (52,86cm.) e reca le tacche della suddivisione in palmi e dita egiziane.

I Romani adottarono come unità di misura lineare il "piede", identico a quello attico che veniva prevalentemente utilizzato nel mondo greco, e misurava 29,65 centimetri. Tuttavia dalla casa di Giulio Polibio, a Pompei, e sulle tavolette ritrovate ad Eraclea ci giunge notizia del piede osco-italico, lungo 27-28 centimetri. L'utilizzo del pes romanus divenne comunque obbligatorio sotto Augusto. Per garantire la precisione degli strumenti, una unità campione veniva conservata a Roma nel tempio di Iuno Moneta (probabilmente però anche in altri templi della capitale e certamente anche nelle altre città), da cui il nome di pes monetalis.
Il pes aveva multipli e sottomultipli, come evidenziato nelle seguenti tabelle:

Sottomultipli del "pes"

PES

29,65 cm

SEXTANS o DODRANS

¾ DI PES

PALMVS

¼ DI PES

VNCIA

1/12 DI PES

DIGITVS

1/16 DI PES

 

Multipli del "pes"

PES

29,65 cm

CVBITVS o VLNA

1,5 PES

GRADVS

2,5 PES

PASSUS

5 PES

DECEMPEDA o PERTICA

10 PES

ACTVS

120 PES

STADIVS

625 PES

MILIVM o MILIARIVM

5000 PES (8 STADI)

 
Ma come potevano essere misurate le distanze tra luoghi, o definire la distanza di un percorso sulle strade?

Il piede moltiplicato 5 volte formava un passo che poteva essere semplice o doppio; la tesa che era l'apertura massima delle braccia spalancate e lo stadio che si riferisce alla distanza che un uomo può percorrere correndo 1.000 piedi (circa 300 mt.).

Moltiplicando 1.000 passi (5.000 piedi) nasce il miliarium che presso i romani è 1.480 mt.

Notizie comparate: Strumenti per la misura topografica 

Luigi Colombo: Istituto di Topografia, Fotogrammetria e Geofisica, Politecnico di Milano
Attilio Selvini: Istituto di Geodesia, Topografia e Geofisica Mineraria, Università di Bologna.

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