MARCHE - VIA DELLO SPIRITO - ABBAZIE SCOMPARSE

Carta delle Marche

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Nell’ambito di una formulazione particolare sulla vita dei monaci, un complicato panorama storico si affaccia fin dalla nascita dei primi insediamenti cristiani, dopo la libertà di culto pronunciata da Costantino.

S. Benedetto, il fondatore dell’ Ordine omonimo, diede le basi a quella che sarebbe stata la rivoluzione del Monastero, prima luogo di contemplazione isolato dal mondo, come voluto dal rito greco orientale, poi trasformato in luogo di rinnovamento, di lavoro e intensa spiritualità. Di pari passo alle conquiste dei popoli definiti barbari (Unni, Avari, Bulgari, Longobardi, Goti, ecc.)  i benedettini crearono una rete di monasteri che nel tempo divenne da una parte un percorso ideale per i pellegrinaggi assistiti nei punti di incontro con monasteri e dall’altra utile confine delle nuove emergenti civitas, prima romane, poi bizantine e longobarde, poi comunali.

La sottile differenza nell’ambito del monachesimo tra eremo, cenobio, monastero e abbazia hanno dato vita, all’interno della progressiva vita dei monaci, a continue modifiche sui rapporti con il mondo civile: l’eremo era il luogo dove il monaco si ritirava a pregare, chiuso nella sua vita ascetica e lontano dal mondo; il cenobio era il luogo dove il monaco si ritirava in preghiera e contemplazione, a cui affiancava una pratica moderata della penitenza e il lavoro manuale per il mantenimento proprio e dei poveri; il monastero era ed è invece il luogo dove il monaco ha una propria vita con orari e attività che dipendono dalle persone, dal tempo, dalle regioni, dalle condizioni atmosferiche, dalle stagioni dell’anno. Nei monasteri San Benedetto istituisce nuovi uffici (il maestro dei novizi, l'infermiere), stabilisce nuovi rapporti non solo dei monaci col superiore (l'abate) ma anche dei monaci tra loro – mediante un più vivo senso della fraternità – conferisce alla vita di comunità una struttura più flessibile ed articolata. Infine l’abbazia è il luogo in cui il monaco vive la sua vita in un’apertura completa, non solo verso il mondo spirituale, ma particolarmente verso quello temporale con acquisti, enfiteusi, vendite, permute, donazioni che incremetano il patrimonio e il controllo di vaste zone e territori, di chiese e altri monasteri, di pievi e castrum, di strade e persone – potenti e villici. Un esempio vivente di una abbazia nella nostra Provincia è stato Fonte Avellana che ha attraversato tutti gli stadi: è nata come eremo, si è poi trasformata in cenobio ed infine  è diventata una abbazia.

Questa rete di sviluppo monastico nella provincia di Pesaro, viene sviluppata prendendo in considerazione 28 tra eremi, monasteri ed abbazie scomparse. S. Romualdo e S. Pier Damiani hanno trasformato e rinnovato la Regola benedettina “seminando” a loro volta nuove fondazioni.

Un’importante base bibliografica è stata rintracciata nel repertorio del Fondo Paleani che da oltre un ventennio frequenta la Biblioteca Apostolica Vaticana ed in particolare il Fondo manoscritti e codici. In base a questo repertorio il Centro internazionale di studi geocartografici storici di Apecchio ha ricostruito una carta degli insediamenti scomparsi.

 

LE STRADE ROMANE: Progetto definitivo di "stradari"  sono la ricostruzione delle seguenti strade: Flaminia (da Roma a Rimini); Appia (da Roma verso Taranto per l'oriente); Emilia (da Rimini a Piacenza); Cassia (da Roma a Bologna attraverso l'Etruria); Aurelia (da Roma in Liguria lungo il litorale tirrenico); Salaria e Valeria (da Roma fino all'Adriatico). Inoltre la Augustea, la Postumia, la Claudia, la Latina, la Traiana e la Popilia.

Al sito "stradari" sono collegati gli altri domini del network di Paleani che sono visitabili dalla home page del sito.

Ernesto Paleani