VIA CASSIA
Dalla Tomba di Nerone a Veio
Proseguendo dalla Tomba di Nerone sulla via Cassia troviamo i resti di un antico sepolcro in calcestruzzo a forma di torre e più avanti sulla destra nei pressi dell' incrocio con la via Trionfale, al Km 14,50, sono visibili i resti del casale denominato torre di Spizzichino. Non molto lontano da questa zona, al Km 14,80 è visibile una struttura a pianta quadrata denominata Torre delle Cornacchie. Proseguendo sulla via Cassia al Km 17,60 incontriamo una diramazione che porta verso Isola Farnese il cui toponimo deriva dal Cardinale Alessandro Farnese che nel Seicento divenne proprietario del castello, struttura che risale al secolo precedente il cui edificato sorse sul nucleo di un castello medioevale. Tuttavia la località di maggiore attrattiva della zona è costituito dai resti dell'antica città etrusca di Veio. Le prime testimonianze abitative risalgono al villanoviano (IX secolo a.C.), ma solo intorno al VII secolo la città di Veio, grazie alla sua felice posizione geografica accresce sensibilmente il suo ruolo commerciale.
Rielaborato
Dopo la presa di Fidene avvenuta nel 426 a.C. i Romani si posero, rispetto a prima, in una posizione di vantaggio contro la città etrusca. La guerra fu combattuta a lungo da entrambe le fazioni. La città di Veio fu definita "Troia etrusca", per la lunga resistenza che oppose ai Romani, nonostante la posizione di isolamento in cui si trovava. Nell'assemblea che si era tenuta nel tempio di Volturnna i rappresentanti delle città etrusche della Lega dei Dodici Popoli ritennero, infatti, che non era opportuno difendere Veio con una guerra a cui avrebbe partecipato la nazione intera. Il conflitto tra Roma e Veio durò dieci anni (406-396 a.C.), e alla fine la città fu conquistata con l' inganno: i Romani, comandati dal dittatore Furio Camillo, avevano scoperto l'esistenza di un vecchio pozzo che passava sotto la città e dopo averlo sgombrato l'utilizzarono per attaccare i nemici alle spalle. Dopo la caduta di Veio il dittatore autorizzo il saccheggio: furono depredate di ogni bene le case private, i palazzi, i templi e gli edifici pubblici. Il dittatore fece vendere all'asta tutti i veienti e si impadronì degli oggetti d'oro di notevole pregio, nonché delle pesanti porte di bronzo della città. Le splendide terracotte che ornavano il tetto del tempio di Veio (tra cui menzioniamo il famoso Apollo), furono abbattute o distrutte dai legionari romani, ma risparmiate dal saccheggio perché di scarso valore economico.
La caduta di Veio provocò, come scrive Livio, un indicibile entusiasmo nella città di Roma. Nell' Urbe affluì l'imponente bottino di guerra che servi, poi, a placare l'orda dei Galli che si era riversata a Roma dopo aver messo in rotta l'esercito romano presso un fiumicello, l'Allia, che scorreva lungo la via Salaria. Con la distruzione della città, qualcuno suggerì che sarebbe stato opportuno ritirarsi a Veio, città che era stata saccheggiata ma sostanzialmente integra per quanto riguarda l'edificato, ma fu la tenacia di Camillo ad impedire l'esodo e ad esortare i Romani a ricostruire la loro città.
Ritornati sulla Cassia e prendiamo la via Formellese. In località Monte Stallone, nei pressi di Formello, incontriamo una [catacomba] scavata nel tufo dove furono sepolte più di 150 persone . Ripresa la via Cassia ci inoltriamo nella valle di Baccano, una zona che un tempo era paludosa e malsana, ma poi fu bonificata nel 1838 dalla famiglia Chigi. Le indagini in sito condotte dagli archeologi hanno rivelato che l'antica strada passava ad Ovest dell'anticha stazione di posta usata dai pontifici (XX miglio) per poi dirigersi verso l'Osteria e i Ponte dell'Ellera. Giunti al Km 31, 2 possiamo vedere alcuni tratti dell' antico basolato romano e i resi di un complesso termale con tabernae. Il sito si ritiene sia l'antica mansio ad Baccanas che viene citata dalla Tabula Peutingerina. Sull'altro versante della strada sono stati trovati alcuni tratti dell'antica via Amerina, altre tabenae e una necropoli con un grande mausoleo. Si ipotizza che in questa zona vi sia stato un borgo medioevale dove, nel III sec. d.C. fu martirizzato S. Alessandro.
LE STRADE ROMANE: Progetto definitivo del' "Le vie d'Italia" sono la ricostruzione delle seguenti strade: Flaminia (da Roma a Rimini); Appia (da Roma verso Taranto per l'oriente); Emilia (da Rimini a Piacenza); Cassia (da Roma a Bologna attraverso l'Etruria); Aurelia (da Roma in Liguria lungo il litorale tirrenico); Salaria e Valeria (da Roma fino all'Adriatico). Inoltre la Annia, la Augustea, la Postumia, la Claudia, la Latina, la Traiana e la Popilia.
Non ho escluso le grandi cittą interne alle vie principali romane, ma dislocate su "diverticoli romani" di primaria importanza. Questi diverticoli e queste cittą fanno parte del progetto "diverticoli romani" che compare nel sito stradari in home page.
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Ernesto Paleani