VIA
CASSIA
La
Cassia antica inizia il suo percorso a Roma da Ponte Milvio (il tratto
urbano da piazzale di Ponte Milvio fino all'incrocio con via Oriolo Romano,
dismesso da tempo al Comune di Roma dall'ANAS, ha assunto dal Dopoguerra la
denominazione di via Cassia Antica, per distinguerlo da una rettifica a monte
realizzata dall'ANAS e battezzata via Cassia Nuova. Il piano regolatore del 1931
prevedeva anche un ingresso monumentale alla città, attraverso l'attuale Ponte
Flaminio -inaugurato nel 1951- e l'attuale Corso Francia che, fino al 1960,
costituiva il primo tratto della via Cassia Nuova.) per poi dirigersi verso il
settore N-E costeggiando il fosso dell'Acqua Traversa dove sono stati
trovati resti del basolato che attualmente non sono più visibili. Giunti alla
zona di Villa Manzoni, gli scavi condotti in epoca moderna hanno
riportato alla luce i resti della villa di Lucio Vero che si trova nel tratto in
cui la via Cassia e la via Clodia condividono un tratto in comune. Proseguendo
oltre si giunge alla piccola cappella di S. Andrea e più avanti al
sepolcro noto come tomba di Nerone. Nelle vicinanze del sepolcro sono
stati trovati dei blocchi di tufo che facevano parte del vecchio tracciato
stradale. Proseguendo sulla via Cassia troviamo i resti di un antico sepolcro in
calcestruzzo a forma di torre e più avanti sulla destra nei pressi dell'
incrocio con la via Trionfale, al Km 14, 50, sono visibili i resti del casale
denominato torre di Spizzichino. Non molto lontano da questa zona, al Km
14, 80 è visibile una struttura a pianta quadrata denominata Torre delle
Cornacchie. Proseguendo sulla via Cassia al Km 17, 60 incontriamo una
diramazione che porta verso Isola Farnese il cui toponimo deriva dal
Cardinale Alessandro Farnese che nel Seicento divenne proprietario del castello,
struttura che risale al secolo precedente il cui edificato sorse sul nucleo di
un castello medioevale. Tuttavia la località di maggiore attrattiva della zona
è costituito dai resti dell'antica città etrusca di Veio. Le prime
testimonianze abitative risalgono al villanoviano (IX secolo a.C.), ma solo
intorno al VII secolo la città di Veio, grazie alla sua felice posizione
geografica accresce sensibilmente il suo ruolo commerciale.
Ritornati sulla Cassia e prendiamo la via Formellese. In località Monte Stallone, nei pressi di Formello, incontriamo una catacomba scavata nel tufo dove furono sepolte più di 150 persone . Ripresa la via Cassia ci inoltriamo nella valle di Baccano, una zona che un tempo era paludosa e malsana, ma poi fu bonificata nel 1838 dalla famiglia Chigi. Le indagini in sito condotte dagli archeologi hanno rivelato che l'antica strada passava ad Ovest dell'antica stazione di posta usata dai pontifici (XX miglio) per poi dirigersi verso l'Osteria e i Ponte dell'Ellera. Giunti al Km 31, 2 possiamo vedere alcuni tratti dell' antico basolato romano e i resi di un complesso termale con tabernae. Il sito si ritiene sia l'antica mansio ad Baccanas che viene citata dalla Tabula Peutingeriana. Sull'altro versante della strada sono stati trovati alcuni tratti dell'antica via Amerina, altre tabernae e una necropoli con un grande mausoleo. Si ipotizza che in questa zona vi sia stato un borgo medioevale dove, nel III sec. d.C. fu martirizzato S. Alessandro.
In territorio
viterbese la strada (che torna a carreggiata unica) percorre la fascia di
territorio compresa tra il Lago di Bracciano, a sud, e il Lago di Vico,
a nord. Tocca Sutri, Capranica e Vetralla dove incontra la
SS 1bis, giungendo a Viterbo. Oltrepassata la città, a nord, interseca
la strada statale 675 Umbro-Laziale e, con percorso ondulato, raggiunge Montefiascone
da dove ha inizio la ex SS 71 Umbro Casentinese Romagnola. Proseguendo scende
verso il Lago di Bolsena di cui lambisce le sponde nord-orientali
attraversandone l'omonima cittadina. Abbandonato il lago, ne attraversa le
colline vulcaniche poste sul suo lato settentrionale (Monti Volsini),
toccando San Lorenzo Nuovo ed Acquapendente, presso la cui
frazione Centeno abbandona il territorio laziale per entrare in Toscana,
precisamente in provincia di Siena.
In territorio
senese la strada assume andamento più rettilineo e meno movimentato in termini
altimetrici, rispetto al precedente tratto in provincia di Viterbo. La salita al
borgo di Radicofani (al quale si arrampica la Via Cassia medioevale,
lasciando a testimonianza una stazione di Posta) è evitata da una variante
aperta nel 1964 attraverso un viadotto e un tunnel. Oltrepassata l'area del Monte
Amiata, la strada entra nelle Crete Senesi toccando San Quirico d'Orcia
e Buonconvento, evita l'attraversamento del centro di Monteroni d'Arbia
mediante una tangenziale a carreggiata doppia e quattro corsie complessive,
primo e unico lotto completato della futura superstrada Nuova Cassia.
Giunta in prossimità dell'abitato di Siena, la strada incrocia la strada
statale 73 Senese Aretina ed entra in città.
LE STRADE ROMANE: Progetto definitivo del' "Le vie d'Italia" sono la ricostruzione delle seguenti strade: Flaminia (da Roma a Rimini); Appia (da Roma verso Taranto per l'oriente); Emilia (da Rimini a Piacenza); Cassia (da Roma a Bologna attraverso l'Etruria); Aurelia (da Roma in Liguria lungo il litorale tirrenico); Salaria e Valeria (da Roma fino all'Adriatico). Inoltre la Annia, la Augustea, la Postumia, la Claudia, la Latina, la Traiana (da Benevento a Brindisi) e la Popilia.
Non ho escluso le grandi città interne alle vie principali romane, ma dislocate su "diverticoli romani" di primaria importanza. Questi diverticoli e queste città fanno parte del progetto "diverticoli romani" che compare nel sito stradari in home page.
Al sito "stradari" sono collegati gli altri domini del network di Paleani che sono visitabili dalla home page del sito.
Ernesto Paleani